Lucrezia

Lucrezia, la giovane trombettista del liceo musicale “Saluzzo-Plana” di Alessandria, ci racconta i suoi giorni di isolamento, fatti di lezioni a distanza, musica e campagna. Ma anche di tanta solitudine e apprensione per i suoi cari.

– Com’è cambiata la tua vita di tutti i giorni? Come passi la giornata e quali sono i problemi che affronti quotidianamente?
– Mi sveglio verso le 7:30 e passo la giornata tra una video lezione e l’altra, poi studio. Un’ora al mattino e una al pomeriggio le passo a suonare. Sicuramente posso dedicare più tempo a me stessa, quando andavo a scuola non ne avevo. Ad esempio mi trucco anche se non devo andare da nessuna parte e ieri mi sono tagliata i capelli da sola. Abitando in campagna posso andare a camminare nelle vigne di mio padre o fare una passeggiata con i cani. Abitare in campagna da questo punto di vista è meraviglioso, ho riscoperto la bellezza del posto in cui abito. Ma c’è tanta solitudine. Mi manca la routine di tutti i giorni, mi mancano gli amici.

– Quando hai sentito parlare per la prima volta di questo nuovo virus?
– Ne ho sentito parlare verso gennaio al telegiornale e la prima cosa che ha detto mia mamma è che sarebbe arrivato in Italia. Io non le credevo, non mi aspettavo sarebbe stato così. Inizialmente l’avevo presa per un’influenza più aggressiva, ma mi sbagliavo.

– Che azioni di prevenzione hai adottato nella vita quotidiana?
– Non esco e mi lavo molto spesso le mani. I miei genitori, quando escono per andare a fare la spesa, usano sempre gli stessi vestiti che poi lasciano in bagno ed io e mio fratello, non li dobbiamo toccare. Appena tornano si fanno la doccia.

– Come vedi il futuro in convivenza con questo virus? Che sentimenti provi in questa pandemia?
– Io spero davvero tantissimo che finisca entro l’estate, non ce la faccio più a stare qui da sola. Neanche ce la faccio più a passeggiare. Sto diventando un po’ pessimista, ma spero che per l’estate finisca tutto.

– Come influisce l’isolamento sulla scuola e l’istruzione per te? Come sono diventate le lezioni? Che rapporti ci sono tra i ragazzi e con gli insegnanti?
– Abbiamo iniziato un po’ tardi con le video lezioni, inizialmente solo con i professori di strumento e con il prof. Pesce. Poi piano piano hanno iniziato tutti. Il sabato è libero, mentre quando andavo a scuola ce l’avevo sempre impegnato. Sento i miei compagni di scuola ed cerco sempre di sdrammatizzare un po’ tutto, per scherzarci sopra, per non deprimerci, per far passare il tempo più velocemente.

– È cambiata la tua idea di diritto alla salute?
– Ho sempre trovato assurdo il fatto che in America ci sia il bisogno di pagare per essere salvati e mi ritengo fortunata di vivere in Italia. Qui per essere curati non serve pagare e la trovo una cosa molto intelligente da parte del nostro Paese.

– Cerchi informazioni sull’epidemia rispettivamente al Nord o Sud del mondo?
– In questo momento mi preoccupo di più per l’Italia, ma guardo un po’ cosa succede negli Stati Uniti, in Cina e in Spagna.

– Pensi che questa pandemia colpisca tutti allo stesso modo o che vi siano differenze tra Paesi, tra persone con reddito diverso, tra generazioni, tra uomini e donne? Quali?
– In TV ho sentito che sono gli uomini verso i settant’anni ad esse più colpiti. Però ci sono anche altre persone sotto questa media, anche ragazzi. Penso che il virus colpisca tutti, ma a seconda del sistema immunitario che si ha il corpo reagisce in maniera diversa.

– Gli uomini hanno le stesse esigenze? Come si comportano? Usano le stesse precauzioni o sono diverse?
– Penso che in questo periodo di emergenza mondiale siamo tutti uguali, con gli stessi diritti, e penso che tutti per la propria salute debbano seguire le regole dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

– Come è sapere che questo virus colpisce un poco di più e più gravemente i maschi? E che colpisce in modo più grave gli anziani rispetto ai bambini e ai ragazzi?
– Mi preoccupa molto, avendo ancora tutti i nonni tranne uno. Sono molto spaventata, soprattutto per un nonno che non rispetta molto le regole e che vorrebbe uscire. Dobbiamo supplicarlo di mettersi la mascherina. Sono davvero preoccupata per loro.

– Se possibile e se vuoi, condividi con noi una storia relativa al COVID-19 che ha coinvolto qualcuno che conosci o che ti è vicino.
– So solo che c’è stato un mio di compagno di scuola contagiato insieme a tutta la sua famiglia. Fortunatamente l’aveva preso in forma leggera ed è guarito in fretta.

Vorrei solo che la gente riuscisse a rimanere a casa e resistere per questo periodo, altrimenti non ne usciremo più. Anzi, continueremo a infettarci a vicenda e chissà che fine faremo. Su Instagram ho letto una frase che mi è piaciuta: “Non capita tutti i giorni di poter salvare il mondo restando sul divano”. Non è poi così male!