• I tweet di JK Rowling e il femminismo che esclude le donne transgender

    Nei giorni scorsi l’autrice di Harry Potter JK Rowling è stata accusata di transfobia per una serie di tweet in cui ha sostenuto che solo il sesso «è reale», perché «se il sesso non è reale, non c’è attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non è reale, la realtà vissuta dalle donne a livello globale viene cancellata». Il riferimento è alla distinzione tra sesso (il dato biologico) e genere (l’identità personale), sulla base del quale le persone transgender – cioè in questo caso individui biologicamente maschi – rivendicano il fatto di poter essere comunque donne. «Conosco e amo le persone trans, ma cancellare il concetto di sesso toglie a molte la possibilità di discutere…

  • 75 anni fa la legge sul suffragio femminile, ma la parità di genere è ancora lontana

    Il 1 febbraio 1945 le donne italiane si sono svegliate, per la prima volta, da cittadine. Quello di 75 anni fu il giorno del decreto legislativo del Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi, che riconobbe il voto femminile. La proposta partì da Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, che per primi e più dei colleghi si batterono per dare la possibilità alle persone di sesso femminile di recarsi ai seggi e finalmente esprimere la propria idea politica. Le donne si svegliarono quindi da cittadine, con la consapevolezza forse di vedersi protagoniste di un percorso di parità di genere, ancora oggi da compiere. Fonte: ilParmense.net Clicca qui per leggere l’articolo completo.

  • Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze.

    Mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo. La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera. Fonte:…

  • Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare donne e ragazze: manca qualcosa all’obiettivo numero 5?

    In un saggio intitolato “Nessuna emancipazione senza diritti, nessun diritto senza politica”, redatto per il progetto di valutazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDGs), abbiamo affermato che: “…nell’agenda per lo sviluppo il progresso verso l’uguaglianza di genere e l’emancipazione  femminile richiedono sia un approccio basato sui diritti umani, sia appoggio ai movimenti femminili per poter dare ulteriore impulso ed energia all’agenda. Questi due elementi sono entrambi assenti nel MDG numero 3. L’emancipazione richiede un intervento attraverso varie dimensioni e settori: sul piano sessuale, riproduttivo, economico, politico, legale. Il MDG numero 3, invece, inquadra l’emancipazione femminile solo come riduzione delle disparità educative. Omettendo altri diritti e non riconoscendo i diritti…

  • Le donne? Devono stare a casa per 1 italiano su 5. La realtà è che tra lavoro di cura e impegno professionale le donne lavorano molto di più degli uomini

    È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Tecnè su “Donne e media: la sottile linea rossa della discriminazione di genere” presentato nel corso del confronto al Senato ‘Buone notizie Più voce alle donne’ promosso su iniziativa della vicepresidente del Senato Rossomando e dalla Sottosegretaria alla Salute Zampa che sottolinea: “Usiamo la specificità del pensiero femminile per cambiare le cose che non vanno” Donne ancora assorbite dal lavoro familiare e che per un italiano su cinque, ben oltre 8 milioni, dovrebbero restare a casa per prendersi cura dei figli senza lavorare fuori casa. Nella realtà le donne lavorano molto più degli uomini se si somma all’impegno professionale anche la cura della…

  • Gender gap: solo il 56,8% delle donne italiane lavora. La parità di genere è ancora lontana

    Secondo i dati Eurostat 2018, l’anno scorso quasi una donna su tre era a casa e non era interessata ad entrare nel mercato del lavoro, contro una media europea inferiore al 20%. Nonostante i più recenti dati Eurostat mostrino una crescita del tasso di attività delle donne italiane, il dato resta comunque il più basso in Europa, segno che la parità di genere continua ad essere un miraggio – sia che si parli di retribuzione, sia che si parli di percentuali di impiego. È l’Istat nel Report sui differenziali retributivi in Italia per l’anno 2017 a mostrare un trend in calo nella differenza di retribuzioni negli ultimi anni – con un +7,4%…